L'angolo della Psicologa - le nostre ragioni e le loro
Limiti e Regole
Le nostre ragioni e le loro
Dopo i due anni di età spesso i genitori si trovano di fronte ad una nuova sfida: la fissazione dei limiti e la capacità di dire no. A questa età il bambino ormai ha sviluppato molte abilità e sa muoversi da solo e sempre più frequentemente vuole fare da solo ma potrebbe andare incontro a pericoli, per questo fa la sua comparsa la disciplina. A volte l’istinto dell’adulto è quello di fare le cose al posto del bambino ma questo istinto andrebbe frenato. I bambini hanno bisogno di pratica per padroneggiare le capacità che stanno sviluppando, per acquisire il controllo della motilità fine e migliorare la manualità perciò l’adulto dovrebbe tollerare e avere pazienza nel lasciar sperimentare senza frenare l’entusiasmo dei piccoli e non frustrando le loro aspirazioni. Il bambino deve provare per scoprire dove sono i suoi limiti e dove può aver bisogno di aiuto, deve anche poter sperimentare la frustrazione ed i sentimenti sgradevoli che possono scaturire dall’incapacità di poter fare tutto quello che desidera. Martha Harris, psicoterapeuta infantile rispetto a questo scrive:
“Il bambino non può imparare a controllare l’aggressività e le emozioni negative se non ha avuto la possibilità di provarle, di conoscerle in prima persona. Solo così può valutare la forza e trovare in sé le risorse per imbrigliarle e, se possibile, utilizzarle per scopi vantaggiosi.”
Il bambino potrebbe vivere i limiti dati dall’adulto come delle restrizioni e questo potrebbe scatenare rifiuto ad accettarli ed ostilità ma allo stesso tempo sono molto importanti perché danno un contenimento e fanno sentire la protezione. Esistono varie buone ragioni per fissare dei limiti una sicuramente è quella della salvaguardia dell’incolumità fisica che potrebbe comportare il divieto di utilizzare nel gioco oggetti pericolosi. L’agire con fermezza da parte dell’adulto malgrado le resistenze del bambino permette di agire per il suo bene e per il bambino è la dimostrazione che qualcuno è disposto ad affrontare dei momenti sgradevoli nel suo interesse e questo trasmetterebbe sicurezza. Un altro buon motivo per fissare dei limiti e che questo permette di sviluppare le proprie risorse. Se ci fosse sempre qualcuno che soddisfacesse ogni nostro capriccio o desiderio diventeremmo sempre più deboli ed incapaci di gestire la frustrazione quando questo non accade. Ogni limite fissato rappresenta un occasione di crescita. L’opportunità di risolvere un conflitto e di superare una frustrazione aumenta la fiducia nella propria capacità di superare le difficoltà. La frustrazione stimola il bambino a fare uso delle proprie risorse. Naturalmente non è piacevole sentirsi dire “no” perciò si deve essere pronti ad affrontare l’eventuale reazione del bambino. I bambini piccoli, quando sono agitati, tendono ad agire piuttosto che a parlare, comunicano tramite il comportamento. Se un adulto riesce a mantenere la calma e ad aiutare il bambino a superare la collera probabilmente il bambino stesso inizierà a tranquillizzarsi. È importante che l’adulto non si lasci sopraffare dalle emozioni e non si lasci trascinare cedendo anche lui all’ira. Per poter sinceramente aiutare il bambino a superare la sua rabbia si dovrebbe prendere le distanze da quella emozione e non farsi trascinare nel conflitto. Per i bambini è rassicurante vedere che anche i genitori vanno in collera, se questi ultimi si arrabbiano e riescono a superarlo, anche i bambini impareranno a gestire in modo positivo le proprie emozioni. I bambini devono potersi arrabbiare e devono poter trovare dei modi accettabili di esprimere la collera. Bisogna che quest’ultima venga tollerata dagli altri perché il bambino non la senta come qualcosa di insopportabile o inaccettabile. Se non si possono esprimere anche le emozioni “spiacevoli” e non se ne può fare esperienza non si ha occasione e modo di sviluppare risorse per poterle gestire e superare.
Vorrei concludere riportando alcune righe di B. Bettelheim:
“Dobbiamo essere profondamente convinti che il nostro amore si avverte soprattutto da come rispondiamo ai bisogni dei nostri figli e li aiutiamo a superare le loro difficoltà. Quando siamo scontenti di loro, fa parte del nostro rapporto lasciarglielo capire, senza assumere atteggiamenti critici o punitivi… Fa parte della nostra autenticità: non fingere di essere meglio di quello che siamo, meno che mai pretendere di essere perfetti, e tuttavia fare del nostro meglio per vivere una vita valida, in modo che i nostri figli, vedendo che ne vale la pena, desiderino, nei tempi e nei modi a loro confacenti, seguire il nostro esempio.”
Dr.ssa Laura RigobelloPsicologa Psicoterapeuta
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